02 Ago 2022
Turismo enogastronomico: crea esperienze uniche per i nuovi turisti del gusto
Quante volte ti sarà capitato di visitare un piccolo borgo in Italia e pranzare nella trattoria storica per degustare il piatto tipico o di abbinare alla visita al museo della città una visita ad una cantina per scoprire da vicino il processo produttivo del vino: una passeggiata nel vigneto, un tour con guida che vi accompagni a scoprire tutte le diverse fasi produttive e infine una degustazione.
Ormai negli ultimi anni si è sentito sempre più frequentemente parlare di turismo enogastronomico, di food traveller o culinary traveller.
Con food traveller identifichiamo quel segmento di viaggiatori che tra le prime motivazioni di viaggio inseriscono la curiosità di assaporare e assaggiare i prodotti enogastronomici tipici del Paese di destinazione.
Negli anni scorsi il turismo enogastronomico era un fenomeno d’élite: erano infatti pochi i viaggiatori che avevano come principale scopo della vacanza i prodotti della tradizione culinaria. Per la maggior parte si trattava di viaggiatori che abbinavano la scoperta dei prodotti enogastronomici ad altre tipologie di visite (culturali, naturalistiche ecc).
I dati del turismo enogastronomico
Negli ultimi tempi pare che il fenomeno si stia diffondendo sempre più velocemente e secondo uno studio presentato da Food Travel Monitor il 49% dei turisti internazionali sceglie la destinazione dei propri viaggi non in base al luogo, ma in base a ciò che si può assaggiare e quindi in base al cibo, ai vini e alle birre artigianali e l’interesse verso queste risorse supera le motivazioni culturali e paesaggistiche.
Secondo la stessa ricerca l’Italia, insieme alla Francia e al Giappone rappresentano la meta principale dei Food Traveller. L’Italia è considerata una meta d’eccellenza dai viaggiatori tedeschi mentre per i viaggiatori cinesi il Belpaese rappresenta l’unica meta enogastronomica al di fuori dell’Oriente; ma è la meta preferita anche dei Food Traveller indiani e messicani.
Ma chi sono i Food Traveller?
I più interessati ed incuriositi dall’esperienza turistico-gastronomica sono i giovani e di provenienza asiatica (Cina e India i mercati principali). Infatti, la percentuale cresce in modo significativo per i turisti appartenenti alla generazione X e i Millennials (o generazione Y) nati tra gli anni ’90 e il 2000 rispetto alla generazione precedenti dei Baby Boomers (nati negli anni ’50 e ’60) che cresce infatti dal 42% al 52%.
A diversificare il profilo di questi viaggiatori, da altre categorie, è la propensione alla spesa: si tratta di una tipologia di turista che sembra non badare a spese o che comunque tende a prescindere dal reddito. Questo significa che anche le categorie a bassa capacità di spesa sono attratte da questa tipologia di turismo.
A completare questo profilo è l’impossibilità di identificare dei comportamenti similari ma si tratta piuttosto di un gruppo variegato: esistono gli appassionati del cibo locale ed esistono gli innovatori, ci sono i cercatori dell’autentico e gli eclettici, i ricercatori del bio, i vegetariani, i vegani
L’Italia ha le risorse di base per poter accontentare tutte le esigenze della tribù dei Food Traveller, grazie ad una tradizione enogastronomica secolare: le nostre terre sfornano prodotti agricoli di qualità e tra i più variegati, le mani esperte degli artigiani e degli agricoltori trasformano queste risorse primarie in insaccati dalle caratteristiche organolettiche uniche, pasta artigianale e prodotti dolciari capaci di soddisfare ogni tipo di palato. Per non parlare dei vini, capaci di racchiudere in un calice il paesaggio e la storia di un territorio a cui si stanno aggiungendo una grande varietà di birre artigianali.
Cosa stanno facendo gli operatori del settore per valorizzare questo patrimonio?
Dal nostro punto di vista ogni albergatore può utilizzare il trend del turismo enogastronomico per attrarre i visitatori creando pacchetti che abbiano come scopo la valorizzazione delle esperienze del gusto.
In concreto, bisogna cercare di vendere ai viaggiatori esperienze stimolanti, che facciano conoscere l’identità della destinazione in tutti i suoi aspetti. Per poter concretizzare le esperienze è necessario dotarsi di strumenti funzionali, come il booking engine NOZIO V2R, con i quali proporre al tuo target pacchetti o offerte a tema food&beverage: abbinando al soggiorno presso la tua struttura alberghiera una visita presso una cantina locale,una degustazione dei prodotti tipici della tua destinazione o magari una cena a chilometro zero presso il ristorante della tua struttura.
In conclusione, possiamo utilizzare tutte le risorse del nostro territorio come leva per diversificarsi dalla concorrenza, promuovere la destinazione e vendere esperienze uniche!
Fonte: www.touringclub.it/